Al gennaio 2023, sui 385 giovani reclusi nelle carceri minorili italiane solo 10 erano ragazze, pari al 2,6% del totale, una percentuale ancora inferiore a quella delle donne detenute adulte. Le comunità ospitavano 58 ragazze sottoposte a misure penali, il 6,5% del totale. In generale erano 1.300 le giovani in carico ai servizi per la giustizia minorile, pari al 9,4% del totale di ragazzi e ragazze in carico per l’esecuzione di qualche misura penale o per indagini sociali e progetti trattamentali.
A mano a mano che ci si addentra verso misure più contenitive, diminuisce dunque la percentuale delle ragazze, evidentemente caratterizzate da scarso spessore criminale.
Dei 17 Istituti Penali per Minorenni presenti sul territorio italiano (di cui uno, quello di Treviso, momentaneamente non in funzione), uno solo, a Pontremoli, è interamente femminile e al 15 gennaio ospitava 7 ragazze. Altri due, a Roma e a Nisida, sono provvisti di sezione femminile, sebbene nel secondo essa non sia attualmente funzionante come tale e le altre 3 ragazze si trovino tutte a Roma.
Delle dieci ragazze in carcere – cinque italiane e cinque straniere – sei sono minorenni (tre addirittura infraquindicenni) e quattro giovani adulte. Le minorenni sono tutte in custodia cautelare, mentre le maggiorenni hanno tutte una condanna definitiva
Delle dieci ragazze in carcere – cinque italiane e cinque straniere – sei sono minorenni (tre addirittura infraquindicenni) e quattro giovani adulte. Le minorenni sono tutte in custodia cautelare, di cui cinque su sei in attesa di primo giudizio, mentre le maggiorenni hanno tutte una condanna definitiva. Segno, in linea con il dato generale, di come il sistema della giustizia minorile cerchi forme di esecuzione penale alternativa al carcere in particolare per i più giovani.
Si tratta tuttavia di numeri troppo bassi per tentarne una qualsiasi interpretazione statistica. Se rivolgiamo invece lo sguardo ai numeri nel tempo, possiamo affermare che la presenza femminile nelle carceri minorili italiane ha avuto un tracollo percentuale negli ultimi quindici anni, passando dal 13,5% del 2007 al 2,5% del 2022.
Se dunque in passato le donne nel sistema penitenziario minorile erano maggiormente rappresentate che in quello per adulti, oggi è vero esattamente il contrario. A contribuire fortemente a tale diminuzione è stata la componente femminile straniera, che nel 2007 costituiva addirittura il 23,8% degli stranieri negli Ipm mentre oggi si attesta al 2,5%, in linea con il dato generale.
Uno sguardo agli ingressi in carcere ci mostra come quello delle ragazze si sia percentualmente dimezzato dal 2007 (14,4%) al 2022 (7,3%).
Anche in questo caso sul calo ha una forte incidenza la diminuzione negli ingressi delle straniere.
Delle 74 ragazze che sono entrate in carcere nel 2022 (il dato è fino al 15 dicembre), solo 19 erano italiane. Visto che le presenze a fine anno si caratterizzano per una parità tra italiane e straniere, ciò indica come le ragazze straniere transitino più frequentemente per il carcere per poi uscirne con rapidità. Tra le ragazze straniere passate per gli Ipm nel corso dell’anno, 48 provenivano da paesi europei (20 dalla sola Bosnia-Erzegovina), cinque dall’Africa e due dal continente americano.
Infine, sono stati 2.121 i reati ascritti nel 2022 sul totale dei 1.016 ingressi in Ipm (poco più di due reati ogni ingresso), di cui 132 hanno riguardato ragazze (meno di due reati a ingresso). Il 73,5% di essi, pari a 97 (73 dei quali ascritti a ragazze straniere), erano reati contro il patrimonio.