Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

La criminalità femminile in Italia

La criminalità femminile in Italia

La criminalità femminile in Italia

1024 576 Primo rapporto sulle donne detenute in Italia

Elena Ferrucci

La criminalità femminile in Italia

Per lungo tempo, complice un numero di crimini commessi dalle donne sensibilmente inferiore a quello dei reati compiuti dagli uomini, gli studi sulla devianza hanno tralasciato l’analisi del dato afferente al genere dell’autore del reato.

In particolare, fino agli anni ’60 del Novecento, il fenomeno della criminalità femminile era spiegato in termini di inferiorità biologica, fisiologica e psicologica della donna rispetto all’uomo1). Solo in un momento successivo, con la nascita e la diffusione dei movimenti per i diritti delle donne, alcune teorie sociologiche hanno cominciano a delineare un nesso tra delinquenza ed emancipazione femminile2). In questa prospettiva, la fuoriuscita delle donne dal limitato perimetro domestico e familiare e il loro ingresso nella sfera sociale e lavorativa avrebbero aumentato le opportunità di incorrere in comportamenti devianti, generando, a lungo andare, un’equiparazione dei tassi di criminalità maschile e femminile. Tuttavia, un simile cambiamento non è mai stato registrato: il volume della delinquenza femminile non ha mai raggiunto il livello di quella maschile. I dati, infatti, hanno costantemente evidenziato che le donne delinquono meno degli uomini, compiono reati meno gravi e presentano meno probabilità di recidiva.

Attestandosi costantemente attorno al 4%, quindi, la percentuale di donne ristrette in carcere risulta inferiore al numero di donne annualmente denunciate, il cui tasso si attesta intorno al 18%.

Quanti reati?

Dall’analisi delle informazioni relative all’incidenza della criminalità in Italia, emerge nettamente la limitata portata della delinquenza femminile rispetto a quella maschile. Il fenomeno è evidente se si prendono in considerazione i dati statistici, divisi per genere, riferiti agli anni 2019, 2020 e 2021.

Nel 2019, su un totale di 855.226 persone arrestate o denunciate, solo 154.666 sono donne, a fronte di 700.560 uomini. Le donne rappresentano, quindi, soltanto il 18,1% del totale dei soggetti perseguiti nell’anno in esame, laddove la percentuale di uomini arrestati o denunciati è dell’81,9%.
Il dato si mantiene tendenzialmente stabile anche nell’anno 2020: su un totale di 801.837 soggetti arrestati o denunciati, 143.086 sono donne, mentre 658.751 sono uomini. Rispetto al 2019, dunque, nel 2020 si registra un’ulteriore flessione del numero di donne perseguite: si tratta del 17,8% del totale delle persone arrestate o denunciate, a fronte dell’82,2% rappresentato dagli uomini.

Lo squilibrio tra il numero degli autori e quello delle autrici di reato rilevato nel 2019 e nel 2020 si conferma anche nel 2021: le donne arrestate o denunciate sono 151.860, quindi il 18,3% del totale, mentre gli uomini sono 679.277, rappresentando l’81,7% del complesso dei soggetti perseguiti nell’anno in esame.

Se, come evidenziato, nel triennio in considerazione si mantiene stabile la sproporzione tra uomini e donne nella realizzazione di fatti illeciti, il leggero decremento del numero complessivo di reati commessi negli anni 2020 e 2021 è imputabile al sussistere delle misure volte al contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19. Le restrizioni, riducendo le opportunità di delinquere sia nei luoghi pubblici sia nelle abitazioni private, hanno condotto ad una tendenziale diminuzione, rispetto agli anni precedenti, di reati quali omicidi, furti, rapine e furti con scasso3).

È interessante, inoltre, comparare i dati relativi al numero di donne denunciate con quello delle donne ristrette in carcere. Al 31 dicembre 2019, le donne presenti negli istituti penitenziari italiani erano 2.663 e rappresentavano il 4,4% del totale della popolazione detenuta. Il dato rimane costante negli anni successivi: al 31 dicembre 2020, le donne detenute erano 2.255, pari al 4,2% della popolazione carceraria totale; al 31 dicembre 2021, erano 2.237, pari al 4,1% dei detenuti presenti nelle carceri italiane; al 31 dicembre 2022, le donne ristrette erano 2.365, rappresentando il 4,2% del totale delle persone detenute in Italia.

Attestandosi costantemente attorno al 4%, quindi, la percentuale di donne ristrette in carcere risulta inferiore al numero di donne annualmente denunciate, il cui tasso si attesta, nel triennio in esame, intorno al 18%.

Risulta evidente la prevalenza, tra gli illeciti compiuti dalle donne, delle truffe e frodi informatiche e, tra i reati predatori, del furto

Quali reati?

Passando ad analizzare la tipologia di reati tipicamente commessi dalle donne, la categoria maggiormente rappresentata è quella dei reati contro il patrimonio. All’interno di questa classe, nel triennio 2019-2021, è significativo il numero di donne denunciate o arrestate per furto, truffa e frodi informatiche, danneggiamento, ricettazione e rapina.
Prendendo in considerazione i dati relativi al 2021, le donne denunciate o arrestate per furto rappresentano l’11% del complesso delle donne perseguite nell’anno in esame; mentre quelle denunciate o arrestate per truffe e frodi informatiche sono pari all’11,2% del totale delle autrici di reato perseguite nel 2021. Sono inferiori i tassi relativi agli altri reati: il 2,3% delle donne è stato perseguito per danneggiamenti; l’1,6% per ricettazione; l’l,1% per rapina.

Per quanto concerne i reati contro la persona, le fattispecie più ricorrenti sono le minacce, le lesioni dolose, le percosse e lo stalking. Nel 2021, il 6,2% del totale delle donne perseguite è stata arrestata o denunciata per minacce; il 5,2% per lesioni dolose; l’1,5% per percosse e l’1,2% per stalking.
Solo lo 0,2% delle donne arrestate o denunciate nel 2021 sono state perseguite per sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione. Basso è anche il tasso di autrici di violenza sessuale: nel 2021, lo 0,06% del totale delle donne arrestate o denunciate è stata perseguita per tale reato.

Il numero di omicidi compiuti dalle donne si mantiene molto basso: spesso il reato si ferma alla soglia del tentativo, mentre gli omicidi volontari consumati e gli omicidi preterintenzionali sono infrequenti. Nel 2021, le donne arrestate o denunciate per omicidio colposo rappresentano lo 0,2% delle donne perseguite nell’anno in esame; lo 0,06% quelle denunciate o arrestate per tentato omicidio; lo 0,04% per omicidio preterintenzionale e solo lo 0,03% per omicidio volontario consumato.

Inoltre, tra i reati di maggior rilievo, si evidenzia che la violazione della legislazione in materia di stupefacenti, nel 2021, ha condotto alla denuncia o all’arresto di 4.724 donne, pari al 3,1% del totale delle donne perseguite nell’anno in considerazione.

Dai dati appena richiamati risulta evidente la prevalenza, tra gli illeciti compiuti dalle donne, delle truffe e frodi informatiche e, tra i reati predatori, del furto. In particolare, le donne perseguite per truffe o frodi informatiche hanno rappresentato, nel 2019, il 24,2% del totale dei soggetti arrestati o denunciati per questa tipologia di reato; nel 2020 il 24,6% e, nel 2021, il 23,2%.

I dati relativi al furto mostrano, invece, un calo costante nel numero di autrici arrestate per tale tipologia di illecito nel triennio in esame: nel 2019, le donne denunciate o arrestate per furto sono state il 23% del totale dei soggetti perseguiti per tale reato,; nel 2020 hanno rappresentato il 21,3% e, nel 2021, il 20,2%.

Sembra opportuno segnalare, tuttavia, come – per tutte le tipologie di reato esaminate – emerga una netta sproporzione tra i dati della criminalità maschile e femminile. La circostanza risulta tanto dalle informazioni relative al numero di denunce annualmente raccolte dalle Forze di polizia, quanto dall’analisi del numero delle persone detenute.

Prendendo, poi, in considerazione i numeri relativi alle persone detenute al 30 giugno 2022, le donne ristrette per la commissione di reati contro il patrimonio erano 1.243, pari al 4% del totale della popolazione detenuta per questa tipologia di reato.

Il medesimo disallineamento è riscontrabile in riferimento ai reati contro la persona: sempre al 30 giugno 2022, le donne detenute erano 797, rappresentando il 3,3% delle persone detenute per tali delitti. Le autrici di reato ristrette per la violazione della normativa sugli stupefacenti, invece, erano 661, per una percentuale del 3,5% del totale dei soggetti detenuti per violazione della legislazione sulle droghe.

Sensibilmente più alto appare invece il tasso delle donne ristrette per reati in materia di prostituzione, che rappresentano il 16,4% del totale delle persone detenute per questa tipologia di reato.

Detenuti per tipologia di reato. 30 giugno 2022

Tipologia di reatoDonneUominiTotale% donne% uomini
Delitti contro il patrimonio1.24330.14231.3854%96%
Delitti contro la persona79723.01823.8153,3%96,7%
Legislazione sulle droghe66118.39519.0563,5%96,5%
Prostituzione8543251716,4%83,6%

Fonte: nostra elaborazione su dati DAP

Nel 2020 la percentuale di donne italiane arrestate o denunciate è stata del 72%, mentre quella delle autrici di delitto straniere è stata del 28%

Quali autrici?

Volendo mettere in relazione il genere con ulteriori variabili che incidono sulla composizione della popolazione perseguita per la commissione di fatti illeciti, può essere presa in considerazione la nazionalità delle donne denunciate o arrestate.

Dai dati forniti dal Ministero dell’Interno emerge che, nel 2019, sul totale delle donne arrestate o denunciate, la percentuale di italiane si attesta attorno al 70%, mentre il tasso di donne straniere intorno al 30%. Il dato è pressoché analogo nel 2020, quando la percentuale di donne italiane arrestate o denunciate è stata del 72%, mentre quella delle autrici di delitto straniere è stata del 28%4).

Dai dati relativi alle donne straniere detenute, emerge che, al 31 dicembre 2022, le nazionalità maggiormente rappresentate sono quella romena (25,5% del totale delle donne straniere detenute) e nigeriana (15,4%). Significativa, seppur quantitativamente inferiore, è la presenza di persone ristrette provenienti dalla Bosnia-Erzegovina (6%), dal Marocco (4,7%) e dall’Albania (2,8%). Diversamente, gli uomini detenuti, sempre al 31 dicembre 2022, risultano essere in prevalenza di nazionalità marocchina (21% sul totale degli uomini detenuti stranieri), romena (11,1%), albanese (11%), tunisina (10,4%) e nigeriana (6,8%).Se il tasso di detenuti e detenute provenienti dalla Romania, dal Marocco, dall’Albania e dalla Tunisia rispecchia la circostanza che si tratta di alcune tra le comunità straniere numericamente più rilevanti in Italia, particolarmente interessante appare il dato relativo alla presenza in carcere di donne provenienti dalla Bosnia-Erzegovina, che risulta, sul totale delle straniere detenute, la terza nazione più rappresentata.

La partecipazione delle donne alle associazioni criminali

Se si prendono in esame i dati relativi al coinvolgimento nelle associazioni criminali, il numero di donne denunciate o arrestate per reati di tipo associativo risulta notevolmente inferiore a quello degli uomini.

È sufficiente considerare che, nel 2021, 1.234 donne sono state perseguite per il reato di associazione a delinquere ex art. 416 c.p., per un tasso pari al 16,8%, a fronte di 6.111 uomini, che rappresentano l’83,2% del totale delle persone arrestate o denunciate per il reato in esame.

L’asimmetria numerica tra autori e autrici di delitto emerge in modo ancor più evidente in riferimento al reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416 bis c.p.: nel 2021, sono state denunciate o arrestate 138 donne (ossia, il 5,4% del totale dei soggetti perseguiti per questo reato) e 2.413 uomini (94,6%).

Per molto tempo, il ruolo delle donne nei contesti di criminalità organizzata, in particolare di stampo mafioso, è stato ricondotto alla trasmissione del sistema valoriale e all’educazione dei figli nei principi propri dell’organizzazione. Tale visione stereotipica ha a lungo impedito di cogliere il concreto atteggiarsi della partecipazione delle donne all’associazione e di attribuire le relative responsabilità, soprattutto in riferimento ai compiti di supplenza svolti dalle stesse nei confronti del capofamiglia assente, dunque in momenti di “crisi” dell’organizzazione. Tuttavia, sebbene il ruolo delle donne all’interno delle organizzazioni mafiose si sia evoluto, lo stesso risulta ancora oggi lontano da una piena emancipazione: le donne, pur divenendo maggiormente protagoniste in un mondo fondato su logiche patriarcali, non hanno raggiunto una piena libertà d’azione5). In altre parole, l’assunzione di nuovi ruoli e responsabilità da parte delle donne all’interno delle associazioni criminali, in conseguenza dei processi di cambiamento sociale intervenuti all’esterno delle organizzazioni, sembra destinata a convivere con un persistente meccanismo di sottomissione tra i sessi6).

Il medesimo elemento di subordinazione è stato valorizzato, in generale, in relazione ai fenomeni criminali di tipo associativo: è stato osservato, infatti, come, ai fini dell’adesione, da parte delle donne, alle associazioni criminali rivesta ancora un’influenza determinante la situazione di dipendenza e vulnerabilità delle stesse, circostanza che impedisce una decisione autonoma circa la possibilità partecipare alle attività illecite svolte dal gruppo oppure di sottrarvisi7).

References

References
1 M. L. Fadda, Differenza di genere e criminalità. Alcuni cenni in ordine ad un approccio storico, sociologico e criminologico, in Dir. pen. cont., 2012, p. 2. Si tratta delle teorie fatte proprie da Cesare Lombroso, il quale, nella sua opera del 1893 intitolata La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, collegava i minori tassi di criminalità femminile rispetto a quella maschile alla maggiore debolezza e stupidità delle donne rispetto agli uomini.
2 M. A. Núñez Paz, “La donna” delinquente. Un percorso storico-teorico, in Dir. pen. cont., 2015, p. 15 ss. Si pensi alle opere di Freda Adler (Sister in Crime, 1975) e di R. J. Simon (Women and Crime, 1975), fautori della cd. teoria della liberazione.
3 Cfr. UNODC, Effect of the COVID-19 pandemic and related restrictions on homicide and property crime, 10 dicembre 2020, reperibile al seguente link https://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/covid/Property_Crime_Brief_2020.pdf.
4 Cfr. Report Donne e criminalità, pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno e reperibile al seguente link https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2021-09/donne_e_criminalita.pdf.
5 Cfr. O. Ingrascì, Donne d’onore. Storie di mafia al femminile, Bruno Mondadori, Milano, 2007.
6 M. A. Núñez Paz, “La donna” delinquente. Un percorso storico-teorico, in Dir. pen. cont., 2015, p. 25 ss.
7 G. Pepé, La partecipazione delle donne alle associazioni a delinquere, in C. Pecorella (a cura di), La criminalità femminile. Un’indagine empirica e interdisciplinare, Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2020, p. 95.