Indirizzo: Via Nisida 59, 80124 Napoli
Telefono: 08 16192111
Email: [email protected]
PEC: [email protected]
Tipologia: Istituto penale minorile maschile e femminile
Dislocazione: extraurbana
Aspetti identificativi e problematiche
L’Istituto Penale per Minorenni di Nisida è l’unico insieme a quello di Casal del Marmo di Roma ad ospitare sia ragazzi che ragazze detenute. Al momento della visita erano presenti in IPM 41 persone detenute, di cui 5 femmine (due italiane e tre straniere).
L’istituto è collocato in cima a una piccola isola nel Golfo di Napoli ed è pertanto distaccato dal contesto urbano. L’isola e l’area che la attornia sono di rara bellezza, tanto che da anni si pianifica un trasferimento dell’IPM per far posto a strutture turistiche. L’ultimo piano in ordine di tempo prevedeva il suo trasferimento a Bagnoli, quartiere della periferia occidentale di Napoli.
I ragazzi e le ragazze ospitano palazzine separate, ma svolgono attività in comune di tipo scolastico, ricreativo e professionale. Si segnala in quest’ambito la difficoltà di prevedere percorsi professionalizzanti efficaci, sia per la discontinuità dell’erogazione da parte della Regione Campania sia per l’eccessiva durata che spesso impedisce di portarlo a termine.
A detta della direzione, un’altra criticità è rappresentata dalla gestione del disagio psichico e psichiatrico. Risulta infatti complesso avere una vera e propria diagnosi, costringendo quindi i ragazzi e le ragazze a restare nella struttura senza alcun tipo di percorso o a essere mandati in comunità non specializzate.
Struttura
L’istituto penale di Nisida è isolato dal contesto urbano, trovandosi in una piccola isola nel Golfo di Napoli collegata alla terraferma da un istmo. E’ difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. In macchina, dalla stazione di Napoli, la distanza è di circa 40 minuti.
La struttura è composta da vari fabbricati, dislocati in una zona verde e a picco sul mare. Uno di questi ospita gli uffici della direzione e del personale amministrativo, in altri si trovano i reparti detentivi per ragazzi e ragazze. Nella sezione femminile è presente anche il Centro di prima accoglienza (CPA), il luogo dove vengono portati i minori arrestati. Al di fuori delle mura di cinta vi è poi la palazzina per i ragazzi in articolo 21, coloro che lavorano all’esterno e che si gestiscono in maniera più autonoma.
Spazi detentivi
Nella sezione femminile le celle sono ampie e luminose, i bagni sono in buone condizioni, ristrutturati di recente e l’acqua calda e il riscaldamento sono sempre disponibili. Nelle stanze ci sono una televisione, degli armadi e dei comodini. Le celle sono dotate anche dello spioncino che permette agli agenti di controllare quello che avviene al loro interno.
Spazi comuni
La palazzina che ospita le ragazze detenute ha al piano terra gli ambienti comuni, tra i quali una sala polivalente attualmente usata come laboratorio di sartoria. Vi è poi una piccola mensa dove le ragazze consumano i pasti. Nella sezione femminile è presente anche il Centro di prima accoglienza, il luogo dove vengono portati i minori arrestati. In un altro edificio, si trovano l’infermeria e due stanze di isolamento per il Covid-19 nonché due stanze per l’isolamento disciplinare. In un’ulteriore palazzina si svolgono le attività didattiche. Al suo interno si trova la biblioteca dell’istituto. È presente un teatro, voluto a suo tempo da Eduardo De Filippo, che però è chiuso per inagibilità. Vari spazi sono dedicati a laboratori di formazione professionale (ceramica, arte presepiale, formazione edile, pasticceria). Tra gli spazi comuni vi è un campo sportivo per la pallavolo e il basket.
Ragazze detenute
Al momento della visita erano presenti in istituto 5 ragazze detenute, di cui 3 di etnia rom. Per quanto riguarda invece l’età la fascia più rappresentata è quella tra i 17 e i 21 anni. Più della metà dei ragazzi attualmente presenti nell’IPM di Nisida sono detenuti in esecuzione di una condanna definitiva. In media i periodi di detenzione vanno da uno a due anni.
Personale
L’IPM di Nisida non soffre di particolari carenze di personale. Il Direttore (Dott. Gianluca Guida) dirige l’istituto da diversi anni ed è affiancato da un vicedirettore. L’area educativa è composta da 7 funzionari giuridico-pedagogici. Vi sono poi 92 agenti di Polizia penitenziaria e 10 funzionari amministrativi. Al momento della visita il progetto di mediazione culturale risultava sospeso, ma l’istituto mantiene una collaborazione informale con l’associazione Dedalus di Napoli che in caso di necessità offre supporto ai ragazzi di origine straniera. La presenza del volontariato a Nisida è cospicua. I volontari che operano all’interno dell’istituto lo fanno generalmente tramite associazioni e altri enti privati che svolgono con i ragazzi attività pomeridiane.
Salute
In istituto vi è un medico presente tutti i giorni per tre ore. Vi è poi un presidio infermieristico garantito tutti i giorni fino alle 20, non sufficiente però secondo la direzione, che ne auspicherebbe la presenza anche nelle ore notturne. Non è previsto un monte ore fisso né per il servizio psicologico né per quello psichiatrico, entrambi forniti dalla ASL Napoli 1 su chiamata. Tuttavia, nella prassi, due psicologi sono presenti in istituto quasi tutti i giorni per 3 o 4 ore e uno psichiatra circa una volta alla settimana. A detta della direzione, la gestione del disagio psichico e psichiatrico risulta essere l’elemento più critico nella struttura. Risulta infatti complesso, da quanto esposto, avere una vera e propria diagnosi, costringendo quindi i ragazzi a restare nella struttura senza alcun tipo di percorso o a essere mandati in comunità non specializzate. L’istituto collabora con il SerD, ma non è tuttavia possibile prevedere con esso percorsi trattamentali in quanto assente l’accertamento e il riconoscimento della dipendenza. Per sopperire a tale carenza è stato attivato da due anni un progetto di ascolto con una comunità terapeutica.
Eventi critici e sistema disciplinare
L’isolamento viene disposto come sanzione disciplinare generalmente per contrapposizioni tra ragazzi o in minor numero per aggressioni verbali nei confronti del personale. In questi casi viene subito attivato il consiglio di disciplina, ma si cerca comunque di farne un uso equilibrato. Qualora disposta, la sanzione viene effettuata in una delle due stanze singole adibite a tale scopo nella palazzina dell’infermiera. Accanto alle due stanze ve ne sono altre due per lo svolgimento di periodi di isolamento per ragioni sanitarie. Nel complesso gli eventi critici segnalati dall’istituto sono abbastanza sporadici.
Maternità
L’istituto non è dotato di strutture specifiche per ragazze detenute con prole al seguito, pertanto non sono presenti i servizi appositi per minori. Tuttavia, è presente uno spazio colloqui all’aperto e una piccola yurta dedicata agli incontri tra padri e madri detenute e compagne o compagni in visita assieme ai figli. È uno spazio dedicato all’affettività e una sorta di palestra per la genitorialità, facente parte di un progetto ideato dall’associazione “Nati per leggere”, che utilizza la lettura come veicolo emotivo capace di coinvolgere genitori e figli.
Scuola, lavoro e formazione professionale
Per quel che riguarda le attività scolastiche, tutti i presenti vengono inseriti in un percorso scolastico. La scuola è per tutti obbligatoria almeno un’ora al giorno e viene svolta in comune tra ragazzi e ragazze. Il titolo di studio viene conseguito da coloro che frequentano il primo livello didattico, mentre chi partecipa ai corsi successivi riceve dei crediti formativi. Al momento della visita era in fase di attivazione il triennio di istituto alberghiero al quale accedere dopo il completamento del primo biennio superiore. Una ragazza risultava assunta in part-time da una cooperativa e seguiva la realizzazione di manufatti nel laboratorio di ceramica interno all’istituto. Tutti i ragazzi sono inseriti in attività responsabilizzanti come ad esempio la manutenzione del verde. La partecipazione a tali attività consente ai ragazzi di guadagnare piccole somme (2-5€ oppure 8-10€ a seconda delle attività).
Una delle maggiori problematiche segnalate riguarda la discontinuità dell’erogazione dei corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione Campania, che segue l’andamento delle legislature in carica. Le progettualità terminano infatti allo scadere del mandato e una volta insediata la nuova amministrazione possono trascorrere anche tra i due e i tre anni prima che vengano riattivati i nuovi finanziamenti. Altra problematica è la durata dei corsi, pari a circa 600 ore. L’eccessiva durata fa sì che molti ragazzi/e non riescano a terminare il corso e quindi ad ottenere la qualifica professionale.
Attività ricreative, culturali e sportive
Secondo quanto riportato dalla direzione, in generale l’IPM gode di un buon rapporto con il territorio nonostante la scarsa presenza di enti locali pubblici, in primis del Comune assente da più di vent’anni. La città è sicuramente la realtà più presente tramite fondazioni, cooperative e associazioni che gestiscono diverse attività quali ad esempio laboratori di pasticceria, di cucina, di lavorazione della ceramica e dei metalli.
Sono attivi due percorsi di mediazione penale e riflessione sul reato commesso. Nello specifico un percorso è incentrato sul riconoscimento della vittima del reato e sullo sviluppo di sentimenti di empatia nei suoi confronti. Gli incontri si svolgono grazie ad una psicologa di un’associazione e un’ educatrice interna. L’altro percorso è invece specifico sull’agito violento e coinvolge pertanto ragazzi/e che sono ricorsi/e alla violenza in maniera ingiustificata nella commissione del reato.
Contatti con l’esterno
Al momento della visita erano da poco ripresi i colloqui in presenza, previsti il giovedì pomeriggio e il sabato mattina con due familiari, su prenotazione. Grazie alle modalità sperimentate nei mesi di lockdown l’istituto continua ad avvalersi dell’utilizzo di videochiamate sostitutive dei colloqui regolari. Anch’esse si effettuano due giorni alla settimana. L’istituto ha a tal fine attrezzato una stanza con dei computer, utilizzata anche all’occorrenza per celebrare processi a distanza. Non si effettuano visite prolungate così come previsto dal decreto legislativo 123 del 2018, ma c’è comunque una certa disponibilità ad autorizzare visite più lunghe qualora ve ne sia la necessità.