Anche nel 2021 aumentano i numeri delle misure alternative dopo una lieve flessione avvenuta nel 2020. Al 31 dicembre 2020 infatti, le persone in misura alternativa si attestavano a circa 29 mila mentre al 31 dicembre 2021 erano 31.310. Nel 2020 erano calati gli affidamenti in prova al servizio sociale e le semilibertà in favore delle detenzioni domiciliari, mentre nel 2021, probabilmente anche in seguito all’allentamento delle misure contro il Coronavirus, l’utilizzo di misure alternative più ricche di contenuto è tornato a salire.
L’affidamento in prova al servizio sociale al 15 marzo 2022 rappresentava il 69,8% delle misure alternative attive, la detenzione domiciliare il 38,5% e la semilibertà il 2,9%.
Fra le persone in affidamento in prova al servizio sociale (20.347) il 64,7% proviene dalla libertà (13.172), il 30,3% dalla detenzione (6.167) e il 4,9% dalla detenzione domiciliare o dagli arresti domiciliari (1.008). Per la detenzione domiciliare invece la situazione è più equilibrata: il 43,3% delle 11.241 persone proviene dalla detenzione (4.874), il 35,4% dalla libertà (3.985) e il 21,1% in attesa della decisione ex art 656 c.p.p. (2.382).
Nei grafici seguenti è possibile vedere al 15 gennaio degli ultimi anni la variazione della provenienza dei detenuti. In particolare, nel caso della detenzione domiciliare assistiamo a un incremento delle persone provenienti dalla detenzione (con un picco nel 2021) e una diminuzione delle persone provenienti dalla libertà. Invece nel caso dell’affidamento in prova sia i condannati dalla detenzione che quelli dalla libertà sono in aumento. In particolare si nota come nel 2021 siano diminuite le persone provenienti dalla libertà, che invece sono tornate ad aumentare nel 2022.
Le persone in carico agli UEPE (sono inclusi in questo computo anche i numeri della messa alla prova e di altre misure non alternative alla detenzione come la libertà vigilata o le indagini familiari e le consulenze) al 15 marzo 2022 erano 116.300, di cui 102.658 uomini (88,2%) e 13.642 donne (11,7%). Gli stranieri erano 21.554 (il 18,5% sul totale) e la maggior parte delle donne straniere, in totale 2.554 (l’11,8%), proveniva dal continente europeo (1.375 ovvero il 53,8% delle donne straniere in carico agli UEPE). Discorso diverso per gli uomini stranieri (in totale 19.000), dove le provenienze dall’Europa e dall’Africa arrivano quasi ad equivalersi in termini assoluti, 7.841 dal continente europeo e 7.309 da quello africano, rappresentando rispettivamente il 41,2% e il 38,4% sul totale degli uomini stranieri presi in carico. Il Paese straniero maggiormente rappresentato al 15 marzo 2022 era il Marocco con 3.456 persone prese in carico, seguito da Albania (3.091), Romania (2.848), Tunisia (1.180) e Nigeria (833).
Le fasce d’età più rappresentate sono quelle tra i 40 e i 49 anni (25,0% sul totale dei presi in carico) e tra 30 e 39 anni (23,8%). Purtroppo non sono accessibili dati disaggregati relativi esclusivamente alle fasce d’età dei soggetti in misura alternativa alla detenzione.
Per quanto riguarda i numeri delle persone in misura alternativa alla detenzione, come detto, sono andati in crescendo dal 2008 ad oggi come può verificarsi dal grafico. A crescere in modo rilevante sono stati i numeri sulla detenzione domiciliare, in modo particolare a seguito dell’approvazione della legge n. 199 del 2010, e quelli sull’affidamento in prova ai servizi sociali.
Il grafico seguente mostra invece le persone in carico agli uffici territoriali per misure o indagini e consulenze al 15 marzo 2022. Rispetto ai numeri precedenti è presente uno scarto di circa 2.000 persone perché alcuni sono presi in carico in più uffici e quindi vengono conteggiati due volte all’interno della stessa regione. Secondo questi dati la Lombardia risulta la regione con il maggior numero di misure (13.380) seguita da Sicilia (7.484) e Piemonte (6.396) mentre le indagini e consulenze vedono la Sicilia in testa (7.061) seguita da Lombardia (5.653) e Toscana (3.831).